Una mostra che svela il prezioso patrimonio storico e artistico racchiuso negli antichi registri finanziari del Comune di Siena, i libri della Biccherna, vale a dire dell’Erario, in uso in epoca medievale fino al Settecento.
A partire dal 1257 l’Ufficio finanziario del Governo di Siena commissiona agli artisti più rinomati del tempo la decorazione delle copertine lignee dei documenti ufficiali, le biccherne, con illustrazioni che ne descrivessero il contenuto da archiviare. Dal XIV secolo anche l’Ufficio responsabile delle tasse, dei dazi sulle merci e delle imposte sulle transazioni finanziarie pratica la pittura delle gabelle, pannelli di legno a muro di dimensioni leggermente più grandi, anch’essi decorati con soggetti a tema.
Dopo il Palazzo del Quirinale a Roma e la Galleria Corcoran a Washington, il Santa Maria della Scala espone una cinquantina di biccherne, databili dalla prima metà del Trecento al Cinquecento, attribuite ad artisti del livello di Guido da Siena, Giovanni di Paolo o Sano di Pietro e la sua scuola, Ambrogio Lorenzetti, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Francesco Vanni.
Le scene che vi sono riportate, insieme a quelle di alcuni codici miniati e a qualche esempio di gabella, ci informano della vita religiosa del tempo ma anche delle attività quotidiane dei camarlinghi e dei banchieri, delle transazioni e delle operazioni finanziarie, dei pagamenti, delle monete, dei dazi e delle imposte allora in uso.
Biccherne, gabelle e codici miniati oltre ad essere preziose opere d’arte si dimostrano una fonte ricca e un utile strumento per entrare nell’intreccio politico, culturale e religioso della civiltà medievale, per capire la nascita del mercato e dell’impresa che sta alla base dell’economia moderna.
La mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Direzione Generale per gli Archivi e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e ha come sponsor principale la Banca Monte dei Paschi di Siena.